Da Lecco al Monastero del Lavello di Calolziocorte

Il nostro percorso inizia dal Ponte vecchio di Lecco: proseguendo lungo la pista ciclabile si arriva poco dopo a Pescarenico.

«È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare.» A.Manzoni, I promessi sposi, cap.4

Il suo nome deriva dalla speciale concessione seicentesca del diritto di pesca alle famiglie che lo abitavano nel tratto dell’Adda tra i due laghi di Lecco e Garlate, particolarmente ricco di pesci.

Il nostro percorso in bici procede passando da Maggianico: la ciclabile costeggia la strada statale che da Lecco porta in direzione di Calolziocorte, ma se si ha a disposizione l’intera giornata consigliamo di fare una sosta presso Villa Gomes

Per raggiungerla occorre abbandonare il tratto di ciclabile che stiamo percorrendo, girando a sinistra poco prima del complesso del Palataurus e scendere attraverso il sottopasso pedonale. Villa Gomes si trova dietro alla stazione di Lecco-Maggianico.

Proseguendo invece dritti lungo la ciclabile a Rivabella si superano il complesso del Palataurus sulla  sinistra e una serie di capannoni industriali, per giungere alla fine del rettilineo, che si snoda qui in due parti: se si procede a sinistra superando il cavalcavia quel tratto di ciclabile termina proprio di fronte alla Chiesa del Beato Serafino di Chiuso;  se si prosegue invece verso destra dopo la rotonda si costeggia il campeggio di Rivabella e si prosegue in bici fino a Vercurago.

Noi scegliamo di fare una brevissima sosta a Chiuso per vedere la chiesina del Santo Serafino, per poi tornare indietro per un breve tratto e proseguire lungo la ciclabile per Vercurago-Calolzio.

Da Vercurago la ciclabile prosegue in modo meno razionale: giunti al lido di Vercurago occorre proseguire in bici per un breve tratto nella frazione Pascolo di Calolzio: attraversiamo la strada statale di fronte alla Cartiera dell’Adda per ritrovarci lungo il fiume e proseguire in linea retta in modo più agevole fino al Complesso di Santa Maria del Lavello.

Usciti dal Santuario del Lavello riprendiamo le bici:  il nostro percorso prosegue verso il ponte Alzaia, in precedenza costruito per ospitare una linea ferroviaria e  poi dismesso negli anni Novanta, quando ne fu realizzato uno nuovo, poco distante. Dalla fine del 2012 l’Amministrazione provinciale di Lecco ha ripristinato il ponte ad uso ciclo-pedonale, ricostruendolo in legno e dando così all’area un nuovo slancio turistico. 

Il ponte ci consentirà  di attraversare il corso dell’Adda per giungere sulla sponda opposta di Olginate. Torneremo verso Lecco da questo lato del fiume. Con le bici passiamo dal tratto del fiume che costeggia Olginate e che inquadra poco più avanti un altro ponte in cemento armato, il cui nome è Ponte Vittorio Emanuele III.  Inaugurato nel 1911, già nel decennio successivo fu interessato da grossi interventi volti a garantirne la stabilità. La parte superiore fu completamente demolita mentre i pilastri costituirono le fondamenta della struttura che ancora oggi connette le due sponde dell’Adda. Nei momenti di secca del fiume è ancora possibile intravedere dei resti che alcuni collegano ad un ponte romano costruito tra il III e IV secolo mentre altri ad una struttura difensiva altomedievale che avrebbe inglobato l’antica testata. Questo guado faceva parte dell’importante via che collegava Bergamo a Como e con la via consolare Postumia verso nord-est. Nonostante la distruzione del ponte tra il V e il VI secolo, la strada rimase di vitale importanza per i traffici del territorio e il collegamento venne mantenuto, in un primo momento, grazie ad una passerella poggiante sui resti dei piloni o tramite le barche.

Oltrepassata Olginate, si prosegue dritti verso Garlate, dove faremo una sosta presso il Museo della Seta.

Finita la visita al museo ci dirigiamo verso Pescate, paese tra lago e monti e  lembo di terra di notevole interesse paesaggistico-ambientale. Dalla sponda di Pescate ci fermiamo ad ammirare di fronte a noi il borgo di Pescarenico, incorniciato dal Resegone. Superata Pescate la ciclabile giunge al Ponte Vecchio, dove termina il nostro giro ad anello lungo la pista ciclopedonale.