Il Santuario di Santa Maria del Lavello, nacque in epoca medievale come castello a difesa del passaggio da una sponda all’altra dell’Adda.
Si trattava infatti di una zona strategica e luogo di transito per la via pedemontana da Como si dirigeva verso Bergamo.
Accanto al castello sorgeva una piccola chiesetta.
Nel XII secolo entrambe le strutture vennero coinvolte in numerose lotte, in seguito alle quali il castello venne semidistrutto.
Tra le rovine di quest’ultimo trovarono rifugio alcuni eremiti, che nel 1480 ricostruirono una chiesa più ampia; durante i lavori spuntò improvvisamente una fonte ritenuta miracolosa, in quanto pare avesse guarito un bambino completamente paralizzato. A causa di questo avvenimento il luogo divenne meta di numerosi pellegrinaggi.
A breve i fedeli diventarono troppi e dato che lo spazio era insufficiente a ospitare tutti la navata della chiesa venne ingrandita, costruendo un secondo altare.
Durante il corso del ‘600, con l’avvento della peste, il convento venne trasformato in lazzaretto e i frati morirono nel tentativo di curare i malati.
Il convento era completamente autosufficiente in quanto presentava due orti, ma nel 1772 il Senato veneto ne ordinò la soppressione e i preti lo abbandonarono definitivamente; il colpo di grazia fu dato dai danneggiamenti subiti durante la Seconda Guerra mondiale, e solo nel 1948 fu possibile la riapertura della chiesa.
Oggi lo spazio dei chiostri del Lavello è adibito alla realizzazione di mostre, concerti e altre manifestazioni.
- INTERNO DELLA CHIESA:
Gli scavi archeologici, hanno portato alla luce una piccola chiesa. Le murature di tale chiesa sono attualmente visibili sotto al piano pavimentale della chiesa attraverso una lastra di vetro che ha musealizzato tale area archeologica. Si tratta molto probabilmente della piccola cappella annessa al castello feudale nella quale, narra la tradizione, uno degli eremiti, nel 1480, nel restaurare la struttura ormai abbandonata mise in luce l’acqua miracolosa.
Nel perimetrale meridionale esterno, subito a est dell’attuale ingresso alla chiesa, è collocata la vasca per l’acqua miracolosa.
LA DECORAZIONE PITTORICA DELLA CHIESA
Della decorazione pittorica il reperto più antico e interessante è sicuramente l’importante Crocifissione posta sul muro di fondo dell’attuale cappella absidale di sinistra risalente al 1487 il cui autore è sconosciuto.
A questa prima fase pittorica appartengono anche tre frammenti dipinti sulla parete settentrionale, in parte ora mutilati dall’inserimento della Cappella della Passione, ora intitolata a San Filippo Benizi.
Un po’ più leggibile è il frammento posto nella campata seguente, sempre sulla parete settentrionale: si tratta di un affresco devozionale contemporaneo all’Annunciazione, che raffigura una Madonna con bambino e donatori.
Una scritta in caratteri gotici sul bordo superiore rivela il nome del committente, Francesco Giovanni Maria Grattarola dalla Valsassina.
Ai piedi della Madonna appaiono una figura di donna, la cui ricercata acconciatura e raffinato abbigliamento denotano un buon livello socioeconomico, e la figura di un ragazzino, probabilmente il figlio, verso cui si protende con atto benedicente il Bambino Gesù. La Madonna siede su un trono dalle forme classicheggianti, mentre il dolcissimo volto e il manto dal tipico broccato con disegno a melograno denuncia ancora esiti di gusto tardogotico.
LA CAPPELLA DEL FIANCO SETTENTRIONALE (DETTA DI SAN FILIPPO BENIZZI)
La cappella fa parte dei rifacimenti strutturali compiuti nel penultimo decennio del ‘500.
La decorazione riportata in luce è interessante per il riuscito tentativo di illustrare lo spazio tramite impianto pittorico prospettico.
La data 1583 incisa sul portale laterale si riferisce probabilmente alla consacrazione dell’altare realizzato con pareti in finto marmo.
La volta presenta finte specchiature per inquadrare la lunetta centrale, che raffigura L’Orazione di Cristo nell’orto degli ulivi.
Al Cristo inginocchiato in preghiera appare l’angelo che gli consegna gli oggetti della Passione: la croce e il calice.
La cappella è detta oggi di San Filippo Benizi perché nel 1673 venne intitolata al Servo di Maria San Filippo Benizi, beatificato due anni prima.
LA FASE DECORATIVA TRA XVI E XVII SECOLO
I lavori di ristrutturazione della chiesa occupano gli ultimi due decenni del ‘500.
Della decorazione dell’estradosso dell’arco oggi non resta nulla in quanto nel 1947 tutta la superficie fu ridipinta con una grandiosa immagine della Madonna della Pace, dipinta dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Vengono anche dipinti i quattro tondi con busti degli Evangelisti.
All’inizio del ‘600 vengono realizzati la maggior parte dei lavori delle due cappelle. Sul muro di fondo sopra la Crocifissione si crea una vasta superficie, decorata con una scena della Nascita di Maria; nella cappella destra viene raffigurata la scena dell’Assunzione di Maria.