Alcuni alunni della classe I D dell’Istituto “G.Parini” di Lecco hanno liberamente interpretato e illustrato una leggenda sulle origini del formaggio Bitto, dopo aver letto il testo:
“ERIU e come nacque il BITTO”
di Patrizio Del Nero
All’origine c’era un’unica vallata con un solo fiume, il paesaggio era costituito da immensi prati, popolati da animali selvatici e domestici, la popolazione viveva in armonia con il territorio.
Un giorno Eriu, un giovane pastorello, scorge una strana figura uscire dal bosco; dapprima si spaventa, poi, vedendo che si tratta solo di un’anziana donna con un grosso gozzo, vestita di foglie e di fieno le offre del latte; in cambio la donna gli racconta il suo segreto.
La Vègia Gòsa gli narra dello sterminio degli animali da parte dei cacciatori e della richiesta di aiuto rivolta al cielo dai pastori. La pdefhiera viene ascoltata, la terra trema, tuoni e fulmini spaventosi squarciano il cielo e, quando tutto si quieta, il paesaggio è trasformato: i torrenti sono due, con grandi valli profonde separate da un monte. La vecchia svela inoltre al pastorello la ricetta segreta per la produzione del Bitto e della mascherpa, che diverranno la ricchezza dei pastori: dovrà unire il latte di mucca con quello di capra e non lascarlo diviso come le montagne. Fa però promettere al giovane di rivelare il segreto solo a un altro pastore che incontrerà quando sarà vecchio, pena la trasformazione in denti di roccia.
Eriu corre verso gli altri pastori e, stanco e spaventato, racconta tutto, dimenticandosi delle promesse.
Da quel giorno tra le Valli del Bitto una roccia a forma di denti di vecchia è ben visibile sopra Gerola…
ma ormai i pastori conoscevano il segreto per ottenere il Bitto …