Medardo Rosso nacque a Torino nel 1858.
Con le sue sculture Rosso ha lottato contro la monumentalità della statuaria fin dalle prime opere quali la Ruffiana, il Birichino, Gli Innamorati sotto il Lampione, Carne Altrui o la Portinaia.Aveva frequentato l’Accademia di Brera, poichè da Torino dove era nato nel 1858, la famiglia si era trasferita a Milano. Vi accede nel 1882, ma nell’83 viene espulso per aver istigato altri allievi ad una sommossa..Nel 1885 si sposa con Giuditta Pozzi e nasce il figlio Francesco. L’anno sucessivo ritrae madre e figlio nell’opera intitolata Amor Materno.Nel 1889 si reca a Parigi dove resterà per molti anni e a questo periodo risalgono le sculture di Henri Malato all’ospedale, Bimbo malato, Bambino al seno, Bambina che ride, Ritratto Rouart. Dei primi anni ’90 datano le sculture Rieuse, Grande Rieuse, Bambino alle cucine economiche, Bookmaker e Uomo che legge. La sua ricerca espressiva giunge così alla dissoluzione della materia, ricerca che svilupperà anche attraverso un profondo studio e lavoro sulla fotografia, sperimentandone le varie possibilità.Nel 1896 si reca a Londra dove espone insieme ai Preraffaelliti. Nel 1900 presenta alcune opere all’Esposizione Universale di Parigi e qui conosce Etha Fles che sarà per lui una presenza importante sia artistica che affettiva. Espone a Berlino, a Lipsia, alla Secessione Viennese.Nel 1904 è al Salon d’Automne ed espone nella sala dove sono collocate le Bagnanti di Cézanne, disponendo sulla parete alcune foto di sue sculture.Nel 1912 Boccioni gli invia personalmente il manifesto della Scultura Futurista.Allo scoppio della prima guerra mondiale rientra in Italia, nel 1914 è invitato alla IX Esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia dove presenta 20 opere: è con lui il figlio Francesco. Anche dopo la fine del conflitto mondiale i suoi soggiorni a Parigi sono sempre più rari ed esporrà invece a Milano presso Bottega di Poesia nel 1923 e al Palazzo della Permanente per la Prima mostra del Novecento Italiano nel 1926.La sua ultima scultura è l’Ecce Puer del 1906, ma il suo lavoro non si ferma, le sue ricerche per raggiungere la dissoluzione della materia non cessano di esercitare il loro fascino sugli artisti delle ultime generazioni.
A causa di alcune lastre fotografiche che gli caddero su un piede e gli provocarono una forte infezione, il 31 Marzo 1928 morì a Milano.
Il museo Medardo Rosso di Barzio è stato voluto alla morte dell’artista dagli eredi e in particolare dal figlio dello scultore, Francesco. Alla morte del padre riunì tutte le opere rimaste negli studi di Parigi e di Milano e le portò a Barzio, dove Medardo con la moglie e il figlio si recava in villeggiatura. Il piccolo oratorio seicentesco di San Giovanni Battista, sconsacrato per l’occasione, divenne sede del museo, e nel giardino venne edificata la villa di famiglia, ad opera dell’architetto Portalupi.